Ricerca libera
19-02-2023
Dimagrire con lo Psicologo
Limportanza del sostegno psichico e lutilizzo del diario alimentare
Essere in sovrappeso e voler perdere qualche chilo, intraprendendo una dieta alimentare, è certamente comune a molti; alcuni riescono in breve tempo, altri dopo un periodo di tempo più lungo, qualcuno non ci riesce affatto. Ma quante persone che sono riuscite a perdere peso, grazie alla dieta, sono poi riuscite a mantenere nel tempo tale risultato? Statistiche recenti dicono che da 1/3 a 2/3 delle persone che hanno seguito una dieta, in assenza di supporto psicologico, riacquistano, in seguito, più chili di quanti ne avessero perso. Per perdere peso dieta ed esercizio fisico possono non bastare. È necessario capire e quindi modificare quell′insieme di pensieri e comportamenti che vanno a interferire con il raggiungimento e il mantenimento di un corretto stile alimentare. Dunque, accanto al lavoro di specialisti della nutrizione, può rivelarsi utile un percorso parallelo con uno psicologo. Alcune forme di sovrappeso possono essere, infatti, la conseguenza non solo di disturbi del comportamento alimentare ma anche di ansia o depressione. Lo psicologo lavora per aiutare la persona a individuare ciò che c′è di errato nello stile di vita, potenziare le sue risorse e migliorare il benessere. Durante la prima fase del percorso, il terapeuta effettua una ricognizione della storia di vita dell′individuo. Tale anamnesi di tipo più generale viene seguita da una di tipo dettagliato, riguardante i temi dell′alimentazione: - Motivazioni per le quali si desidera perdere peso; - Eventuali tentativi passati, più o meno riusciti; - Ostacoli riscontrati; - Andamento del peso nel corso del tempo. Questa prima raccolta di informazioni serve a delineare un primo quadro di ipotesi. Per arricchire questi dati è molto utile la compilazione da parte del paziente di un diario alimentare da presentare negli incontri successivi. Il diario rappresenta la prima tappa di un percorso di automonitoraggio e viene utilizzato non solo per annotare i pasti (cosa si è mangiato, a che ora,) ma anche e soprattutto pensieri, emozioni, e comportamenti legati al cibo. Le finalità di ciò sono: - Aumentare la consapevolezza. Frequentare chi ha problemi alimentari non riesce ad ascoltare le proprie emozioni corporee. Non sa se mangia per un reale senso di fame o continua a farlo nonostante abbia raggiunto la sazietà; - Prendere contatto con le emozioni. Mangiare molto può essere una strategia per gestire sensazioni negative come tristezza, rabbia, ansia, paura, solitudine, - Comprendere le associazioni tra comportamenti. Ci sono abitudini alimentari scorrette che vengono apprese nel corso del tempo, come ad esempio mangiare mentre si guarda la televisione ingerendo cibo anche se non si ha fame. Ciò che affiora nella compilazione del diario viene trattato in seduta e utilizzato per la stesura di un primo piano terapeutico, suscettibile di modifiche ed integrazioni nel corso delle sedute seguenti. Lo Psicologo lavora per aiutare la persona ad elaborare modalità adattive e positive da sostituire a quelle negative radicatesi nel corso del tempo. L′accento è posto sul potenziamento delle risorse, in modo che il conseguimento di un corretto stile alimentare sia visto non come privazione ma come obiettivo positivo per il miglioramento della propria qualità della vita. Il terapeuta, quindi, aiuta a comprendere che: - "Cibo" non è solo nutrimento, ma anche cura e amore di sé; - "Esercizio fisico" non è solo andare in palestra, ma vincere la sedentarietà con piccoli gesti quotidiani; - Acquisire consapevolezza su come si mangia, se si vuole dimagrire, è una necessità; - Sostituire la parola regole con "buone abitudini" è il primo passo verso il raggiungimento dell′obiettivo. Ogni percorso è individuale, parte da piccoli passi e deve rispettare i propri limiti e valorizzare le proprie capacità.