Ricerca libera
19-02-2023
Se il bullismo lascia segni indelebili.
Come fronteggiare un fenomeno in continua crescita.
Con la parola bullismo s′intende un insieme di comportamenti violenti, di natura coercitiva, che si protraggono nel tempo. Si tratta di un fenomeno sociale in crescita, che può assumere la forma di violenza fisica o psicologica, ma che recentemente ha cominciato a manifestarsi anche con modalità più indirette (social network). Per molti ragazzi vittime di bullismo, gli anni della scuola sono stati un incubo spesso, però, le angherie e soprusi subiti possono lasciare segni indelebili. Infatti, subire atti di bullismo, determina nelle vittime conseguenze nel lungo periodo, tra cui bassa autostima, scarso senso di autoefficacia, difficoltà relazionali, un rischio maggiore di sviluppare ansia e sintomi depressivi. Ma non solo: i ripetuti atti di bullismo subiti potrebbero aver determinato dei veri e propri cambiamenti a livello di struttura cerebrale. È quanto emerge da uno studio condotto da alcuni ricercatori i quali hanno dimostrato che la vittimizzazione cronica durante l′adolescenza può avere un impatto sulla salute mentale attraverso alterazioni strutturali cerebrali. Lo studio non ha risposte, per ora, sulla stabilità o reversibilità di tali cambiamenti: sono necessarie ulteriori indagini, seguendo i ragazzi fino all′età adulta per verificare se la riduzione delle aree sia permanente ed esaminare le variazioni nell′attività cerebrale, che potrebbero spiegare i meccanismi tramite cui il bullismo cronico agisce sulla salute mentale, e se gli effetti persistono qualora le modifiche strutturali fossero fermate o invertite. Ma, prima e oltre a nuovi studi, è essenziale aumentare gli sforzi volti ad impedire il bullismo o a intervenire appena viene identificato. Prevenire è meglio che curare: agire su questi aspetti è di certo più semplice che cercare di invertire i cambiamenti cerebrali anni dopo, quando potrebbero aver già minato seriamente il benessere e la salute mentale delle giovani vittime. Cause e fattori all′origine del bullismo. Le cause del bullismo possono essere plurime e riconducibili ad una serie di fattori individuali e di dinamiche di gruppo come, per esempio, il temperamento del bambino o l′educazione impartita dai genitori. Si possono individuare tre importanti fattori nell′educazione familiare, che hanno un ruolo determinante nella predisposizione dei ruoli di bullo: - L′atteggiamento emotivo di indifferenza, di mancanza di calore e d′affetto della figura materna nei primi anni di vita; - Il permissivismo educativo nella fase dell′età evolutiva, specialmente verso comportamenti aggressivi; - L′abuso di autorità punitiva fisica, sin dalla prima infanzia che non consente di elaborare appieno l′aggressività nel bambino. Le vittime, invece, presentano quadri familiari di stretta dipendenza verso la figura di attaccamento principale che ritarda l′autonomia necessaria per la gestione delle relazioni con il gruppo dei pari. Interventi e prevenzione. Gli interventi che risultano poter essere utili nell′affrontare questa problematica sono molteplici. Innanzitutto, può essere molto importante portare avanti delle campagne di sensibilizzazione rispetto a tale fenomeno, che coinvolgono non solo gli studenti, ma anche i genitori. Ottenere la collaborazione e l′aiuto dei genitori è fondamentale, proprio perché episodi di bullismo sono difficili da scovare e si verificano spesso in contesti in cui gli adulti non possono esercitare la loro supervisione. Intervenire in maniera preventiva è spesso la scelta più saggia. Molti istituti scolastici, a tal proposito, adottano una politica anti-bullismo allo scopo di scoraggiare tale fenomeno, promuovendo invece la costruzione di un clima di classe basato sulla collaborazione e sulla messa in atto di comportamenti prosociali.