Ricerca libera
06-02-2023
Aggressione con il silenzio: quando qualcuno smette di parlare con te.
Smettere di parlare con qualcuno è una forma di aggressione? Il silenzio è una discussione portata avanti con altri mezzi. Il comportamento umano comprende sempre una dimensione comunicativa: quindi l′individuo non può non-comunicare. Ogni sua azione è infatti espressione di una determinata intenzionalità e così anche la rinuncia a prendere la parola o a compiere un gesto è uno degli elementi dell′interazione comunicativa come lo sono la parola, il suono e il gesto. "Perché non mi hai chiamato per dirmi che facevi tardi?" "Dove ho sbagliato?" "Perché mi hai mentito?" Di domande se ne possono fare tante. Il problema sorge proprio quando la risposta che otteniamo è silenzio assoluto. Cosa avviene quando il silenzio è l′unico messaggio che ci arriva dalle persone a noi più care? Il silenzio può diventare lo strumento con cui alcune persone puniscono coloro che le circondano. Pensiamo a coloro che, quando gli altri non "obbediscono", quando qualcosa non piace loro, allora attaccano con il silenzio. L′uso del silenzio , nelle interazioni interpersonali, può innescare uno stato di pesante incertezza emotiva, come se ci arrivasse il messaggio "tu non esisti". La mancanza di dialogo può impedirci di comprendere per che cosa veniamo effettivamente puniti (e cioè dove abbiamo sbagliato, se pure abbiamo sbagliato) e comunque ci nega la possibilità di spiegare le nostre ragioni, di difenderci dalle accuse, di rimediare in qualche modo al danno. Il silenzio infatti interrompe il ponte tra noi e l′altro e ci consegna a una condanna senza motivazione e senza appello, togliendoci l′unico appiglio possibile: il contatto. Chi usa il silenzio sta attuando un′aggressione e una manipolazione velata. L′uso del silenzio è senza dubbio una delle forme più subdole di abuso emotivo, un′arma invisibile per evitare il confronto diretto e gestire così la relazione in modo manipolatorio. Per quanto banale possa sembrare il fatto di tenere il muso, in realtà stare in una relazione affettiva con una persona che usa sistematicamente il silenzio può rivelarsi un′esperienza molto pesante. Però, è importante non confondere il silenzio che nasce dalla volontà di non discutere: si è compreso che il conflitto ha raggiunto una fase di stallo e non si vuole aggiungere benzina sul fuoco. In questo caso il silenzio non viene utilizzato come arma per punire o castigare l′altro. La persona che invece ricorre al silenzio come punizione di solito lo fa perché non ha altre risorse psicologiche per affrontare la situazione. Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche (Jan Paul Sarte). Non c′è dubbio che il silenzio può avere più significati, ma usarlo come punizione comporta un atteggiamento passivo-aggressivo. Cioè, smettere di parlare ad una persona è un′aggressione velata. Infatti, in alcuni casi, questo tipo di silenzio può lasciare cicatrici più profonde dell′aggressione verbale diretta, perché il silenzio è un vuoto suscettibile di qualsiasi tipo d′interpretazione. Come si sente la persona che soffre la strategia del silenzio? Uno dei problemi è che chi subisce il silenzio si sente sempre più frustrato per la mancanza di una risposta e del coinvolgimento dell′altro, così il rapporto diventerà sempre più teso e ci saranno più conflitti. La persona che è vittima del silenzio si sentirà confusa, frustrata e persino colpevole. È anche probabile che si senta sola e fraintesa. Ovviamente, questi sentimenti non contribuiscono a migliorare le relazioni e risolvere i conflitti, al contrario, creano un divario sempre più ampio. A riguardo lo psicoanalista Aldo Carotenuto scrive: "La parola rappresenta uno strumento fondamentale della comunicazione umana e qualunque alterazione patologica di questa potenzialità inchioda gli interlocutori a un penoso vuoto di contatto."